lunedì 14 maggio 2018

COSA è L'INDULGENZA?

Prima di spiegare cosa sia l’Indulgenza per la religione cattolica è bene partire dal concetto di Peccato. Ogni qualvolta un credente offende Dio, disobbedendo ai suoi insegnamenti, commette un Peccato. Esistono due categorie diverse: il peccato originale e quello attuale. L’originale è quello che commise Adamodisobbedendo a Dio, che ogni uomo eredita da lui nascendo e che si cancella con il sacramento del Battesimo.
Il peccato attuale è invece quello che si commette volontariamente con “pensieri, parole, opere ed omissioni” e a sua volta è caratterizzato da due categorie diverse: il peccato mortale e quello veniale.

Il Peccato: mortale e veniale

Il peccato mortale consiste in una grave disubbidienza alla legge di Dio, commessa con ferma volontà. Tra i peccati mortali rientrano gli insulti rivolti a Dio, ma anche non partecipare alla funzione religiosa domenicale, così come adottare uno stile di vita contrario ai precetti cristiani. In caso di peccato mortale l’unico modo per riconquistare la grazia di Dio è quello di pentirsi passando attraverso la confessione sacramentale.
Il peccato veniale consiste sempre in una disubbidienza alla legge di Dio, ma senza che ci sia stata avvertenza e consenso a sostenerla nell’atto del compimento. In questo caso sono sufficienti il pentimento e le opere buone per dimostrare il proprio ravvedimento, senza bisogno della confessione sacramentale.

Cos’è la pena temporale?

Nel peccato c’è insito il distacco da Dio e quindi la pena eterna, che si cancella con la confessione sacramentale. Per ottenere il vero perdono è necessaria una purificazione dell’anima, che passa attraverso una penitenza consistente in una pena temporale. Un peccatore che ha dimostrato sincero pentimento può veder cancellate le conseguenze del proprio peccato attraverso la dottrina dell’Indulgenza.

Cos’è l’Indulgenza? Cenni storici

cos'è l'indulgenza plenaria?
La storia dell’Indulgenza nella religione cattolica
L’Indulgenza consiste in una remissione parziale o totale della pena temporale, la cui applicazione è mutata nell’arco del tempo che si può suddividere in quattro periodi. Inizialmente, dall’età apostolica fino all’VIII secolo, la concessione delle indulgenze la si poteva ottenere attraverso le suppliche dei martiri in punto di morte che, con i loro scritti (supplices belli Martyrum), chiedevano ai vescovi di annullare la pena temporale di uno o più penitenti. Il sacrificio dei martiri sollevava i peccatori dal gravosissimo percorso di penitenza pubblica per conquistare la redenzione dei peccati. Anche chi aveva rifiutato la fede e veniva condannato a severe penitenze poteva chiedere indulgenza ai vescovi, facendo arrivare a loro una sorta di biglietto di raccomandazione (libellum pacis) attraverso i loro confessori. A partire dall’VIII secolo la severità delle penitenze si attenuò e soprattutto il percorso di espiazione divenne privato, permettendo la concessione dell’Indulgenza anche a quanti avevano partecipato alle crociateoppure avevano intrapreso un pellegrinaggio come nel caso del primo Giubileo, in occasione del quale Papa Bonifacio VIII concesse l’Indulgenza ai pellegrini che si recavano a Roma per visitare le Basiliche di Pietro e Paolo. Il terzo periodo va dal XIV al XVI secolo quando la chiesa abusò nella concessione di indulgenze, in molti casi comprate con denaro che avrebbe dovuto simboleggiare il ravvedimento dei peccatori. Proprio le indulgenze concesse dietro pagamento spinsero Martin Lutero a dare vita alla sua Riforma Protestante (1517). La chiesa cattolica pose fine al “mercato delle indulgenze” con il Concilio di Trento (1545-1563), indetto proprio per tentare di riconciliare la chiesa cattolica con quella protestante, proibendo le questue e abolendo la figura dei quaestores di indulgenze. Il quarto ed ultimo periodo è quello considerato contemporaneo, iniziato proprio con il Concilio di Trento e rafforzato dalla riforma di Papa Paolo VI del 1967 che regolò definitivamente la concessione delle indulgenze con il “Indulgentiarum doctrina et usus“.

Indulgenza plenaria e parziale

L’Indulgenza plenaria (dal latino plenus) è ovviamente quella che libera il peccatore dall’intero fardello della pena temporale figlia dei propri peccati. Si tratta di una concessione straordinaria che viene fatta in occasioni particolari quali il Giubileo, oppure anche per un’elezione papale come nel caso di Papa Francesco. Prima del 2000 per ricevere l’Indulgenza i fedeli dovevano essere fisicamente presenti in Piazza San Pietro nel momento della benedizione del nuovo Papa, oppure recarsi a Roma in anno giubilare per visitare le Basiliche di Pietro e Paolo. Giovanni Paolo II ruppe questa consuetudine, garantendo Indulgenza plenaria anche a quanti erano collegati tramite Radio e Televisione.
L’indulgenza parziale è quella che l’autorità ecclesiastica concede al peccatore che ha dimostrato di essersi allontanato dal male invocando il perdono di Dio, ma anche mettendosi al servizio degli altri o privandosi spontaneamente di un piacere dimostrando lo spirito di sacrificio in nome di Dio (il cosiddetto ‘fioretto’).

Indulgenza plenaria: come funziona?

Per ricevere l’Indulgenza Plenaria bisogna ovviamente essere cattolici battezzati e quindi essere stati liberati dal peccato originale di Adamo. C’è inoltre bisogno di confessarsi e di prendere parte alla comunione eucaristica al massimo 7 giorni dopo (o 7 giorni prima) il momento della concessione dell’Indulgenza Plenaria. Ovviamente è indispensabile anche la preghiera secondo le intenzioni del Papa.

APERTURA DEL SANTUARIO





Mercoledì 7:30 Santo Rosario e Messa

Sabato 15:30 Santo Rosario e Messa

Domenica pomeriggio Confessioni


VISITA GUIDATA SU APPUNTAMENTO 

parrocchiacremolino@gmail.com


Per lucrare l'indulgenza per se stesso o per un defunto bisogna: visitare il santuario (passare per la porta santa) confessarsi e pregare per il papa.